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94 | novelle rusticane |
— Vien qua, vien qua, riprese comare Sidonia. La focaccia è bell’e pronta. Via, non piangere, chè la mamma è in paradiso.
La bambina allora si asciugò gli occhi coi pugni chiusi, tanto più che comare Sidora dava mano a scoperchiare il forno.
— Povera comare Nunzia! venne a dire una vicina affacciandosi sull’uscio. Adesso ci vanno i beccamorti. Sono passati di qua or ora.
— Lontano sia! chè son figlia di Maria! esclamarono le comari facendosi la croce.
Comare Sidora levò dal forno la focaccia, la ripulì dalla cenere, e la porse calda calda alla bambina, che la prese nel grembiale, e se n’andava adagio adagio, soffiandovi sopra.
— Dove vai? le gridò dietro comare Sidora. Resta dove sei. A casa c’è il ba-bau colla faccia nera, che si porta via la gente.
L’orfanella ascoltò seria seria, sgranando gli occhi. Poi riprese colla stessa cantilena cocciuta:
— Vo a portarla alla mamma.
— La mamma non c’è più. Statti qua. Ripetè una vicina. Mangiala tu la focaccia.