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gli orfani | 93 |
— Certuni non hanno fortuna colle mogli, come quelli che son disgraziati colle bestie. Tante ne pigliano, e tante ne perdono. Guardate comare Angela!
— Ier sera, aggiunse la Licodiana, ho visto compare Meno, sull’uscio, che era tornato dalla vigna prima dell’avemaria, e si soffiava il naso col fazzoletto.
— Però, aggiunse la comare che impastava il pane, ei ci ha una santa mano ad ammazzare le mogli. In meno di tre anni sono adesso due figlie di curatolo Nino che si è mangiate, l’una dopo l’altra! Ancora un po’ e si mangia anche la terza, e si pappa tutta quanta la roba di curatolo Nino.
— Ma cotesta bambina è figlia di comare Nunzia, oppure della prima moglie?
È figlia della prima. A quest’altra le voleva bene come fosse sua mamma davvero, perchè l’orfanella era anche sua nipote.
La piccina, udendo che parlavano di lei, si mise a piangere cheta cheta in un cantuccio, per sfogarsi il cuor grosso, che aveva tenuto a bada giocherellando col grembiale.