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collo sciogliere il voto che già vi feci e che ora rinnovo. Sì, madre misericordiosissima, ajutatemi oggi e se dovessi imporre un pedaggio, se dovessi assaltar alla strada per trovarne il denaro, inalzerò un ricco tempio sopra la benedetta vostra immagine d’Imbevera.»

Ribaciò l’effigie, se la tornò in seno; preso quindi dal ginocchiatojo un uffiziuolo, ne sciolse le borchie d’argento, e volle tentare un modo d’oracolo, che egli soleva ne’ casi importanti, cioè aprirlo alla ventura; e dalle prime parole che gliene cadessero all’occhio argomentare del come gli succederebbe il suo pensiero.

Gli occorsero quelle d’un salmo penitenziale: Dominus de cœlo in terram adspexit, ut audiret gemitus compeditorum, ut solveret filios interemptorum1; e, come sogliono i passionati oltraggiosi, ricordando le offese ricevute, non le recate, riconobbe il suo avo in quell’incatenato, sè nel figlio dell’ucciso di cui qui si accenna; parvegli la profezia che più quadrasse colla domanda fatta in pensiero. Onde con effusione di gioja baciata una Madonnina su frontispizio del libretto, sorse pieno di confidenza. Sotto alla casacca di velluto affibbiossi un leggiero corsaletto di maglie d’acciajo flessibili; alla gorgiera, increspata a canoncini e fortemente insaldata, pose un rinforzo metallico; si legò alla cintola un eletto pugnale; calzò usatti da caccia; sul capo un caschetto senza piume, e scese. Tutto era a ordine. Monta un destro ginnetto spagnuolo; toglie sul guanto imbottito della sinistra il falcone, e tra

  1. Il Signore dal cielo in terra guardò, per udir i gemiti degli incatenati, per sciorre i figliuoli degli uccisi.