Pagina:Novelle lombarde.djvu/312

296

ed à fatta bizzosa e superba, scontrosa con tutti, piena di portamenti bisbetici. Suo padre e sua madre le hanno detto quel mai che seppero; fino dal signor curato la fecero ammonire, tutte parole al vento. Battista il setajuolo fu dei primi a sospettare, fu l’ultimo a credere. Fece ogni suo possibile per distornarla, ma invano: onde cominciò a girar largo; e a pensarla giusta giusta, e’ non dovrebbe tornar più. Ma le vuole tanto bene: ed anche jeri protestò a me che, quand’ella mutasse, egli sarebbe ancora quel di prima. Anch’io che pure era la sua fidata, quel che non feci, che non dissi? ma qual pro? Le s’arruginì il sangue, ed appena se or la mi guarda in viso. Quanto al signor forastiero, piaccia a Dio che non siano buone parole e cattivi fatti».

Compassionai la fanciulla, nè sino a buon pezzo m’accadde di più capitare da quelle bande. Allorchè ricomparvi, mi diedi a girellare per le stanze, e non trovando la Gioconda, ne chiesi a suo padre. Povero vecchio! scosse il capo, mi mescè, e voltò via. M’accostai a sua madre e — Che n’è della Gioconda?» Ella sospirò, alzando gli occhi al cielo, e tacque.

— È forse morta?» chiesi io collo spavento che ci tocca all’udire d’alcuno che finì sul fiore degli anni.

— Eh! sarebbe forse il meno male», replicò la vecchia, nè altro.

Parendomi allora scortesia l’insistere, cercai della vicina, e ne la richiesi. Anch’ella non più che con un sospiro mi fece dapprima risposta, poi — Venga (mi disse), venga e vedrà».