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trionfo di Bacco. Appariva il carro di questo trionfa altissimo e maestoso, con vaghe e nobili forme imitate sull’antico, e intorniato di vasi e simboli proprj di quella divinità. Otto bellissimi cavalli grigi lo conducevano; e lo accompagnavano a piedi satiri, fauni ed altri silvestri numi che formano il séguito di Bacco. Sedeva questi, giovane, rosso e robusto, sull’alto del carro, tenendo una gran coppa fra le mani ed accennando tuttavia di bere. Finalmente un altro corpo d’ussari chiudeva la marcia.

«Girò la mascherata per quasi tutti i luoghi più frequentati della città, e finalmente verso la sera giunse sul corso di Porta Orientale. Qui fu dove il colpo d’occhio riuscì per ogni sua parte dilettoso e sorprendente; imperciocchè era quivi più che in ogni altra parte grande il concorso del popolo, ed eransi schierate dall’un lato e dall’altro tutte le carrozze e la mascherata aveva spazio di spiegarsi e di presentarsi allo sguardo tutta in un punto. Laonde que’ carri, que’ trionfi, quelle splendide mute, quegli ornati cavalli, quelle piume svolazzanti sul cappello delle maschere in mezzo a tanta folla di popolo e di carrozze, acquistavano maggior bellezza, e facevano più sorprendente veduta».

Fin qui il Parini, che fu dalla città incaricato di stendere e tramandare ai posteri la descrizione di quella festa; siccome essa città avera pensato fare d’altre mascherate eseguitesi qui stesso quando fu la coronazione di Ferdinando I, e che poi, non so perchè, rimase senza effetto. Avemmo la fortuna di trovare una tavola che mette sott’occhio la mascarade dei Fechin de Lagh Majô, ascricc in tla me-