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vivi. Appresso venne una moltitudine di facchini, montati sopra cavalli belli ed elegantemente guerniti: e questi furono seguitati da una pomposa lettiga scoperta, portata da due muli, nella quale sedeva il dottore della Badia. Teneva questi avanti di sè il tavolino con calamajo e scritture pertinenti agli affari della Badia. Portava al di sotto l’abito da facchino, e sopra di esso la toga nera fornita di zibellini. Non aveva il cappello ornato di piume come gli altri, ma in quella vece una maschera che gli copriva non solo il viso, ma anche tutto il capo, il quale appariva largo e calvo e con solo pochi capegli bianchi e lunghi che gli cadevano sopra le spalle. A questa maschera, che fu nel vero assai nobile e giudiziosa, vennero in seguito molti altri facchini di quelli che si chiamano dello scrutinio, e dopo di essi in un piccol carro a quattro cavalli l’assistente regio della Badia con due giovani facchini che cavalcavano a lato di lui. Appresso venne un altro grande coro di sinfonia che annunziava l’arrivo dell’abate. Sedeva questi colla badessa, tenendo il bastone e le altre insegne della sua carica in un alto e superbo carro tirato da una bellissima muta a sei cavalli di S. A. R. Erano poi di seguito al carro dell’abate due altri consimili mute del signor duca di Modena, le quali conducevano un numero di vaghe e leggiadre facchinelle, tutte nel loro costume vestite con molta ricchezza del pari e semplicità. Venne dopo queste il corpo dei cacciatori della Badia, che tutti sonando varj strumenti da fiato, precedevano un nuovo trionfo, conveniente alla natura del loro impiego; e questo era nn carro di gentile e spiritosa invenzione, con grandi ed