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Da tali feste derivano i nostri carnevali; nome bisbetico, sulla cui etimologia straniarono sapientoni di gran calibro. Vogliono alcuni dedurlo da carnis levamen o da carne vale, come sarebbe a dire addio carne, giacchè dopo quel giorno cominciavasi l’astinenza quaresimale, ristretta allora a cibi magri. Altri han riflesso che i monaci e i divoti nell’ultima settimana di carnevale asteneansi già dalle carni, per compensare colla propria penitenza lo sfarzoso scialare dei più: laonde la settimana di sessagesima dai Greci è detta αποκρεας, e dai Latini talvolta carnis privium; e in messali spagnuoli trovasi quella domenica intitolata ante carnes tollendas, donde il nome carrastollendas, che in Ispagna significa il carnevale. Altrove si trova scritto carnem laxare, da cui carnasciale, che alcuno invece vorrà derivare da carne scialare, cioè dal preciso opposto significato; caso che non rado incontra in fatto di etimologie.

Il carnevale di Milano ha questa particolarità da tutti gli altri del mondo, che dura quattro giorni di più, cioè sino alla domenica di quadragesima, e chiamasi il carnevalone; sempre maggiore facendosi la festa, la fiera, la concorrenza alla nostra città in questo secolo delle gravi cogitazioni. Al tempo di sant’Ambrogio, al quale noi Milanesi riferiamo il nostro rito, pare provato che i giorni del digiuno preparatorio alla pasqua dovevano essere quaranta; e poichè n’erano eccettuati i sabbati e le domeniche, forza è cominciasse il lunedì di sessagesima. Forse allorchè si prese a digiunare anche il sabbato, e nella diocesi nostra anche i tre giorni delle rogazioni, se ne sottrasse la prima settimana, e un pò per abuso, un pò per con-