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del pensare, più non amiamo gli spassi matti de nostri padri; che l’età nostra è fatta seria, calcolatri-

    insensate, Libertà, Eguaglianza. Fu riposta, fatto il solito giro, verso le ore 17, piovendo molto. Nessun concorso di popolo, fuorchè qualche gruppo di plebe che cantava l’aria della Libertà per cavar denaro. La truppa civica la precedeva.... Un genio di un plebeo insensato, per un tratto della più vile mordacità portava davanti alla Rua un palo con in cima una galera, e sotto una gabbia con dentro diverse figure di Pantaloni, indicanti i nobili veneziani; e non s’accorgeva lo stolido che noi ed egli siamo rinserrati nella medesima gabbia più strettamente di loro.... Francesi vengono, Francesi vanno. Francesi stanno: calcolate la spesa se vi dà l’animo».
    L’anno seguente la festa cominciò a decadere. La processione, priva delle fraglie abolite e disciolte, era una meschinità. La Rua rialzava quasi ogni anno il capo, ma i danni dell’anno scorso stampavano le proprie orme anche su lei; spesso, poveretta! era lacera, sdruscita, spoglia degli ornamenti e degli arredi che la decoravano; mostrava talvolta anche l’interno scheletro; non si modificava quasi più. Il popolo ora poco giulivo, ora vociferante; ma non più la festa e l’allegria di prima. Il pallio ora una miseria, per la grande ricerca che facevasi di cavalli per la truppa. Il Campo Marzio, specialmente dopo il 1804, gli esercizj militari lo avevano ridotto un vero Campaccio da manzi; sparito il circolo di mezzo, lo spettacolo della corsa, il più sorprendente della giornata, era perduto. Tuttavia i Vicentini sempre simili a sè stessi e sempre impolitici, sfoggiavano il maggior lusso in gioje e livree: laidi e nefandi i vestiti delle donne. «Il vestito che oggi (1804) è il più modesto, vent’anni fa sarebbe stato il più scandaloso. Sic iturad astra». Nacque un’Academia democratica per far concorrenza al Casino dei Nobili con un nuovo Casino, e comprò a tal uopo l’Ospital vecchio vicino al Duomo, e lo ridusse (1807) per tali spettacoli. «Ora poi con un dispendio insigne lo ha condotto a fine, mobiliato, dipinto. Ha voluto questa sera solennemente aprirlo con una festa da ballo, graditissima sopratutto al cavalier Prediale e alla dama Carta Bollata, e al marchese Registro e alla baronessa Finanza, che tanto lo desideravano per loro giustificazione. E questa è la ragione per cui oggi vennero tanti forestieri oltre il solito degli altri anni. La folla concorsa a questo insulso spettacolo fu immensa».