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de’ vigneti. Io gli feci volar dietro alcuni ciottoli, che tristo lui se lo coglievano: poi parendomi averne buon partito dal vedergli le spalle, tornai a confortare quelle povere donne.
Ho fatto male, eh? Capisco anch’io: un uomo, sebben nemico, sebbene Russo, l’ammazzarlo è un caso grosso. E chi sa? forse colui (che Dio gli abbia perdonato!) aveva moglie e figliuoli e padre e madre, che stavano ad aspettarlo, e che forse pregavano per lui nel momento ch’io lo spacciava.
Ma d’altra parte che potevo io fare? solo contro due armati, non sarei bastato; e la violenza che facevano a quelle buone creature mi parea giustificarmi. Io ne ho sentito rimorso, sallo Iddio; e a Dio ne ho domandato perdono e glielo domando ogni dì; e temo sempre che, in punto di morte, m’abbia a tornare innanzi quel cadavere, quale io lo vidi dar i tratti e spirare. Quanto agli uomini, me n’han fatto far la penitenza la parte mia.
Per allora, trassi di colà le donne più morte che vive, e le condussi giù verso l’Adda traverso ai boschi. Nel fuggire, quale spavento di vedersi tutti i momenti addosso a coloro! ogni foglia che stormisse, ogni stridir d’uccello, ogni frascheggiare lucertola. Sono loro, sono i Russi! Quante volte un albero parve un uomo, che le faceva gelare ed invocar l’angelo custode! Ma quel ch’era vero, udivasi un continuo fucilare, un cannonamento, come il tuono d’agosto. Gesù, Maria, abbiate compassione di tante povere anime! diceva la Rita. — E de’ poveri loro parenti, soggiungeva la madre, perchè ben ci accorgevamo che si faceva battaglia. Di fatto abbiam saputo di poi che i Francesi, guidati da Ser-