Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
—( 65 )— |
Intanto Pao-kung ordinò al baccelliere Lieu-cen di starsene alla porta del tribunale con un’asta in mano, e sopravi un cartello, nel quale era scritto: «Colui che giungerà a conoscere la residenza della fata e della figliuola del ministro, avrà per ricompensa cinquanta mucchi di monete d’argento.» — L’indomani, di buon mattino, il giudice si recò al tempio del Dio Ceng-hoang7, con una tavoletta, ove era scritto lo strano caso da sciogliere. Dopo avere arso incensi e compite le cerimonie d’uso, il ministro dell’abisso ricevette la tavoletta e la porse al Dio Ceng-hoang; il quale accolte le supplicazioni del giudice, spedì subito le sue legioni infernali, perchè ricercassero in ogni luogo, e s’informassero quale spirito, qual genio o qual demonio aveva operato un siffatto prodigio. Le legioni infernali andarono, e ritornarono in un attimo, informando il Dio Ceng-hoang, che nel lago della terra di Pei-yen v’era un pesce d’oro, che viveva da mille anni, e che era un potente demonio. Allora il Dio Ceng-hoang ne informò il principe dei draghi, come colui che ha dominio sopra il regno delle acque, e lo pregò di voler far ricerca, e impadronirsi di quel pesce meraviglioso. Il principe dei draghi, informato di questo fatto, mandò le legioni acquatiche a inseguire per tutti i laghi questo terribile mostro. Ma il pesce-fata, che aveva una soprannaturale potenza, debellò e disfece le legioni acquatiche. Non sapendo a che partito appigliarsi, il principe dei draghi si rivolse rispettoso al sovrano signore del cielo; e il Supremo Signore spedì anch’egli le sue legioni celesti. Ma la fata sfuggì ad ogni investigazione, e si nascose nell’immensità dell’oceano. Come riuscire ad impadronirsene? — In questa alternativa il giudice Pao-kung, dalla mattina alla sera, era in continua relazione col Ceng-hoang, e questi sollecitato di nuovo il principe dei draghi, ottenne da lui che fossero chiuse ermeticamente le porte d’ogni mare, e si rincominciasse la ricerca del pesce portentoso. La fata inseguita per ogni verso, s’era intanto rifugiata nel mare meridionale.
Viveva allora, in prossimità della città, un povero vecchio molto pio, che aveva virtuosamente passata l’intiera sua vita,
5