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indietro; e nascosto sotto la balaustrata del padiglione, si mise a cantare certa canzone del poeta Tu-fu6, che parea fatta pel caso suo: egli voleva con quelle parole commuovere il cuore della fanciulla, suscitarle un po’ d’amoroso fuoco, e poterla piegare così alle sue voglie.

La fata che era nel lago del giardino, e che desiderava trovare un uomo dabbene da trascinare sulla via del vizio, non si lasciò scappare sì bella occasione. A notte inoltrata, e mentre Lieu-cen vegliava studiando, il pesce d’oro, cangiata forma e figura, si tramuta nella figliuola del ministro: si avvia verso la camera dello studente e picchia pian piano alla porta. Lieu-cen apre, e rimane stupefatto nel vedersi innanzi agli occhi la stessa fanciulla, che in quel giorno aveva cotanto ammirata nel giardino del ministro. — «Il signore studente non si turbi, disse la fata, nè si maravigli di vedermi qui. Io ho udito dire che ella è molto bravo, e spiega con mirabile chiarezza i libri; perciò ho aspettato che mia madre dormisse profondamente, e sono venuta apposta da lei a pigliar lezione». Lieu-cen, rimessosi dalla sorpresa, invitò la giovanetta ad entrare; e seduti, parlarono assieme lunga pezza. Finalmente la fanciulla, slacciatesi le vesti e spogliatasi, invitò il giovane Lieu a giacersi seco.

In sul far del giorno la fata, riprese le vesti, si alza, e detto addio al baccelliere: «Questa notte, gli aggiunse, al più presto possibile tornerò di nuovo a trovarvi.» Ciò detto fuggì via. D’allora in poi quella maliarda, sotto le forme della figliuola del ministro, andavasene ogni sera a visitare il giovane studente; lo regalava ancora di squisiti e delicati mangiari, e insieme se la passavano allegramente; per modo che Lieu-cen si ripeteva spesso, non potergli esser capitata più lieta e piacevole avventura. Una notte che, come al solito, la fata si era recata all’amoroso convegno, portando seco dei cibi e del vino, disse allo studente: «Questo soggiorno è certamente ameno e dilettevole; ma a lungo andare qualcuna delle mie donne potrebbe avvedersi di qualche cosa, e informarne mio padre. Allora, a me e a voi toccherebbe di certo la mala ven-