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VI.


IL PESCE D’ORO

o

LA FANCIULLA DALLE CAMELIE




Io vi vo’ raccontare una novella, che intervenne a Yang-ceu, d’un licenziato in lettere, per nome Lieu-cen.

Abitava alla porta orientale della città di Yang-ceu un giovane letterato, di pronto e svegliato ingegno, chiamato Lieu-cen, e soprannominato Tien-gen. Non aveva per anco stretto legame di matrimonio, e passava la vita in mezzo ai libri e allo studio1. Di buon animo sopportava il modesto stato, nel quale la natura lo aveva posto; e il solo desiderio che facesse palpitare il suo cuore, era quel della fama che con verace merito onestamente s’acquista.

Era il terzo anno Oang-yen dell’imperatore Gen-zung, della dinastia dei Sung2, allorchè un pubblico editto rese noto che si aprivano gli esami di laurea pei baccellieri. Il nostro giovane Lieu, preparata una valigetta, si dispone ad andare