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scegliete, e morite come più vi aggrada. — Teng-sci, pensando al vituperio che la sua persona aveva sofferto, e come, morta ch’ella fosse, giammai in eterno non sarebbe venuto il giorno di vedere il marito e vendicare l’onta ricevuta, nulla stimò meglio che reprimere in sè il dispetto, sopportare il disonore, e, dato che le si fosse modo di vendetta, vendicata morire. Per la qual cosa, a secondare questo suo disegno, si tolse i donneschi adornamenti e si acconciò alla foggia d’un bonzo.

Passato oltre un mese, Ting Yuo-ciung venne al convento a far visita a Sing-hui. Teng-sci udita che ebbe la voce del marito, si slanciò innanzi ed uscì ad incontrarlo. Sing-hui subito le corse dietro, mentre Yuo-ciung, entrando, faceva a sua moglie profonde riverenze. La donna allora piangendo: ohimè, esclamò, signor mio, non mi riconoscete voi dunque? Guardatemi in viso; io son qui, violentata e sedotta dalle male arti di questo bonzo, giorno e notte ansiosamente aspettando che voi veniste a salvarmi. — Avvampò d’ira il baccelliere, e agguantato pel collare Sing-hui gli si strinse addosso. Or mentre qui si abbaruffavano, alle grida del bonzo accorsero tutti i frati del convento, e afferrato Yuo-ciung lo legarono. Allora Sing-hui, tratto un pugnale, era sul punto di ucciderlo: quando Teng-sci gli si serrò addosso per istrapargli l’arma di mano, gridando: a me prima la morte, e poi ucciderai mio marito.

Il bonzo, frenandosi, ripose il pugnale, trascinò la donna entro la stanza vicina e ve la chiuse; e poi di nuovo uscì per uccidere il baccelliere. Questi allora, rivoltosi al bonzo, così gli disse: hai coperto d’obbrobrio una moglie, ed ora sei per togliere la vita al marito! Giunto ch’io sia dinanzi al giudice delle anime, certo non ti risparmierò. Se vuoi uccidermi, fa ch’io rivegga almeno una volta la mia donna, e che una medesima morte ci unisca. — A cui Sing-hui replicò: morto voi, Teng-sci non avendo più dove rivolgere le sue speranze, diverrà mia per tutta la vita. Che andate voi supponendo ch’ella desideri morire con voi? — E il baccelliere: ebbene, poichè tutto io devo soffrire, non ostinarti almeno a voler trafiggere e mu-