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NOVELLA QUARTA


Erano in Innsprück assai Italiani mossi sulla fama della venuta dell’Imperatore in Italia; fra i quali era per faccende di Giov. Paolo Baglioni un Perugino chiamato ser Ciabattella, uomo faceto e sollazzevole. Egli non avendo molto che fare se n’andava spesso ad un monastero di frati conventuali di S. Francesco che era poco fuori del Castello; e come interviene a chi pratica in un luogo, prese gran familiarità con uno di essi frati chiamato Ulrico; ed ancorchè ser Ciabattella non intendesse il tedesco, nè il frate l’italiano, parlavano insieme una certa grammatica grossa in modo che s’intendevano. Aveva questo frate a lato un paio di gentili coltellini forniti d’argento, con un cucchiaio pure d’argento, i quali piacevano molto a ser Ciabattella, ma non poteva investigar modo di levarli al frate; ma considerando che il frate gli teneva appiccati al cordiglio con una cordellina di seta galante, cominciò a fare il divoto con questo frate, ed una mattina andando da esso a buon’ora gli disse che avendo da andare appresso all’Imperatore, che di quivi si voleva partire, aveva deliberato, remossa ogni cagione, avanti sua