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16 novella terza

e ridotti in miseria; e sebbene io non son bella come la Ferretta, non credo quando converserai meco di dispiacerti. Il giovine trovandosi nel letto, e temendo di quello gli veniva detto, ad essa si appicciò, e le promesse di lasciare in tutto l’altra; e così il resto della notte si dettero piacere. La mattina il giovine per tempo levato si partì, e le donne e Nicodemo tornarono al loro mestiere usato di vendere i panni; nè prima s’appressò la sera, che la Ferretta, essendole piaciuto Vulgam, pregò l’Angiola che la notte lo facesse venire. La quale le rispose che quando si partì le disse che non potrebbe tornare l’altra sera; non dimeno lo fece venire per sè, e così l’altra notte; e quando con una scusa, e quando con un’altra la Ferretta trastullava, e con Vulgam si giaceva. Ma essa dopo sei giorni cominciando a dubitare di quello era, nè parendole che Vulgam la guardasse più come soleva, se ne volle chiarire; e postasi una sera in luogo segreto, s’accorse molto bene che Vulgam dall’Angiola andava e con essa dormiva; onde infuriata, tutto l’amore che all’Angiola ed a Vulgam portava in odio convertì, ed entrolle fantasia volersi vendicare; e sendo intra quattro giorni tornato Andrea, tutto questo caso per ordine gli