Pagina:Novelle (Vettori).djvu/19


novella terza 15

sta materia. L’Angiola tornata in camera, e trovato Vulgam solo, e parendole che Nicodemo non fosse riuscito secondo pensava, al lato ad esso se n’entrò, e trovandolo giovine, fresco e gagliardo, pensava un modo di poterlo ritirare dall’amore della Ferretta, e porlo a sè; e le venne in mente questo, che stata alquanto nel letto molto afflitta, disse: Vulgam mio, noi altre donne siamo tutte fragili, e meritiamo scusa perchè così ci ha creato la natura. Tu puoi aver veduto quanto io abbia favorito l’amor tuo colla Ferretta, e si può dire che io sia stata causa del peccato seguito tra voi; e questo ho fatto non tanto per l’amore che portavo a te, quanto per giacere col marito della Ferretta, ora che Andrea mio era Sboz; e questa notte sono stata seco in cambio della moglie, di che mi pento insino all’anima, e mi duole che uno sì galante e pulito giovane, come tu sei, sia stato colla Ferratta, considerato il pericolo porti, perchè ho trovato questa notte Nicodemo tutto piagato di mal francese, di che, com’io m’avvidi, senza avere a fare cosa alcuna seco, impaurita mi partii, e ti conforto a non volere aver più pratica colla Ferretta, acciocchè da lei non pigliassi simile male, che sai quanto è contagioso, e quanti bei giovani per questo sieno guasti