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NOVELLA SECONDA
Un gentiluomo da Verona, nomato Giulio Celsi, sendo molto ricco e gentile e di età di anni venti, prese per donna una bella figlia chiamata Lucrezia, che gran tempo era stata amata da un altro gentiluomo Veronese detto Tiberio, ed avrebbela voluta per moglie: ma qualunque ne fosse la cagione, i parenti della fanciulla vollero più presto darla a Giulio. Tiberio fu molto dolente di questo parentado; non di meno prese per partito di non se ne curare, ed essendo prima amico di Giulio, si dimostrava amicissimo, e si sforzava accrescere la familiarità ed amicizia. Giulio menò la donna a casa, e come giovane liberale e ricco, ogni dì faceva conviti, ed intratteneva fra gli altri molti questo Tiberio, stimando gli fusse amico vero e fidato, ed ogni giorno cavalcavano insieme a piacere ed a caccia, e parevano non potessero vivere l’uno senza dell’altro. Occorse che il verno passato Giulio ordinò di fare una caccia a cinghiali sù alto nella valle dell’Adige, e Tiberio volle andare in sua compagnia. Ordinasi la caccia: viene il giorno deputato, e Tiberio da Giulio mai si partiva. Levasi un porco; Giulio lo segue, e Tiberio il medesimo; Giulio viene alle mani col por-