Tommaso da loro partitosi se n’andò a casa messer lo prete, e trovatolo ancora nel letto lo domandò com’egli si sentiva. A cui rispose el prete: io credo pure per la grazia di Dio che presto sarò libero, imperò che l’uscita non m’à dipoi menato, ma pure io mi sento ancora un poco deboletto. A cui Tommaso, acostandosi e toccandoli el polso come se fussi un gran fisico, disse: ciertamente, messer mio, io vel dico colle lacrime insu gli occhi, voi avete un gran male, e non siate netto di febbre, il perchè io vi saprei confortare affare qualche dieta e cominciarla quanto più presto meglio. E però e’ sarà buon che voi stiate stasera sanza cena, imperò che a cotesti mali che vengono dal capo, el fare un poco di dieta è stato spesse volte molto salutifero. El prete avendo sì trista novella si credette certamente essere a cattivo termine, et però disse: Tommaso mio caro, governatemi voi pur ch’io guarisca presto, ch’io vi prometto come io sarò sano che noi cieneremo insieme delle volte da dieci in su. Cotesto voglio che noi facciamo a ogni modo, disse Tommaso; e lasciato el prete riposare, se n’andò a ciena col cherico ch’aveva molto bene provisto, facciendo prima spillare quante botti n’era et attaccandosi al migliore. E dipoi cienato di gran vantaggio tornò a rivedere el suo mes-