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di marabottino manetti |
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pur tristo come tu vedi, e se m’avenissi qualche disastro per questa malattia, io pure l’adoprerei a’ mia bisogni. Disse Tommaso: se voi volete, messere, che la cosa abbi suo compimento non fate disegnio del cherico per questa notte, però che se el ladro venissi e vedessilo con voi vi lascerebbe stare e non vi porterebbe per paura che ’l cherico non si destassi se voi facessi romore alcuno: sì che lasciatelo a me, e se voi arete bisognio alcuno, voi ci chiamerete e noi vi risponderemo. Il sacierdote, quantunque questo gravemente sopportassi, pur per la gran voglia ch’avea di ritrovare le sue cose, el meglio potè, a tutto s’accordò. Il perchè parendo a Tommaso oramai di lasciare el prete, quello confortato che si attendessi a governare bene acciò fussi presto libero di questa sì subita e improvisa malattia, et ricordatoli che ordinassi bene che ciena per la sera, se ne tornò a casa dove trovò el Bodolina e Piero Tanaldi che avevano ordinato uno grosso desinare di polli e paperi pur di quelli del prete. A’ quali Tommaso narrò come el loro messer lavacieci si avea dato a intendere per la farinata trovata d’avere un gran male, et disse loro ciò che avea ragionato con lui e di quanto era rimasto d’accordo. Il perchè insieme compostosi quanto sopracciò aveano a fare, venuta la sera