mezzo ’l petto abbassata, nel suo entrare: la quale sì tosto com’ella fu nella barca di Dioneo, addosso gli corse credendo lui essere il Membruto. Dioneo, presala subito con ambe le mani, strettamente l’abbracciò, avendo ancora il viso coperto, e il barcaiuolo di Dioneo, girata prestamente la barca, verso Murano se n’andò. Lisetta cui un’ora mille anni pareva di vedere ed abbracciare il Membruto suo, con una mano levata la cappa dal viso di Dioneo, come lui vide, così mise uno strido e volle fuggirsi; ma Dioneo stretta tenendola non la lasciò partire, e vinto dalla subita allegrezza d’aver la preda sua nelle mani non poteva parlare. Lisetta non potendo fuggire, dal dolor vinta, addosso a Dioneo tramortita cadde: così l’uno di allegrezza, l’altro di angoscia vinto, ad un tratto vennero meno. Ma poi che le smarrite forze ad amendue furono ritornate, Dioneo in cotal guisa a dirle cominciò. Rirgraziata sia la benigna fortuna, poiché ella vostro mal grado, m’ha concesso d’acquistare coll’industria ed arte mia quello che la durezza e crudeltà vostra m’ha più volte a mille torti negato: lodato sia Iddio, voi siete pur qui, pur v’ho io ora nelle mie mani,