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della lettera che egli mandata le aveva. Onde nel primo furore ricaduto, la presente Canzone, del mese di Aprile essendo, compose.

Almo lucente sole,
Che cogli ardenti rai del tuo bel viso
Illustri il mondo; e colli e piagge adorni,
Di rose e di viole,
Di ligustri, giacinti e di narciso:
Or ch’a scaldar ritorni.
Col tuo soave ardore,
L’erbe e le piante in mezzo del mio core.
Sento destarsi amore
Per ritornarmi alla prigion antica,
Della dolce ed amara mia nemica.
Siccome al tuo ritorno,
Benigno padre, a la stagion novella,
De’ tuoi fecondi ed amorosi ardori
S’impregna d’ogni intorno
La terra, e perde la più fredda stella
I suoi gelati umori;
Perchè non di dolcezza
S’empie quel cor che il mio servir non prezza?
E la fredda durezza,
S’intiepidisce di colei
Che per mia morte piacque agli occhi miei?