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come il più delle volte veggiamo avvenire negli accidenti amorosi, più forza avendo lo appetito che la ragione, tornato Dioneo alla tralasciata impresa, d’assai molto maggior fuoco si accese, che egli prima stato non era. Lisetta, che in tutti quei dì non avea veduto Dioneo, dubitando lui non l’avesse scoperta, commise al Membruto che non si lasciasse vedere là dove Dioneo fosse; ma si contentasse di godere secretamente dell’amore di lei. Il Membruto altresì, dubitando Dioneo aver già recata al voler suo Lisetta, poco della fede di lei fidandosi, rispose, che vedere dunque non si lascerebbe se non quanto a lei piacesse, sì veramente, che ella gli facesse conoscere chiaramente, lei non essere amante di Dioneo. Il che promise Lisetta senza fallo di fare; e come quella che di malizia era piena, pensò, che se una lettera di Dioneo aver potesse, di leggieri le verrebbe fatto il poter far fede al Membruto lei non averli mai parlato, non che altro: e sapendo Dioneo sopra ogni cosa desiderare di darnele una, avendone più volte ella rifiutate, pensatasi una nuova malizia, finse una lettera dirizzata al marito suo, e quella mandò ad un calzolaio, dal quale, ella e Dioneo,