misfatto è ritrovato: il che gli aggiunse maggior sospetto assai che egli prima avuto non avea; onde postosi in cuore di volerne avere qualche maggior certezza, si pose a seder dietro l’uscio della chiesa, attendendo che di questo fatto seguir ne dovesse. Il Membruto, il quale ben mille atti e cenni tra Dioneo e Lisetta veduti avea, era in tanta rabbia divenuto, che egli scoppiava; e per l’affanno soffiando e ansando ora usciva ed ora entrava nella chiesa. Ma essendo l’ora del desinare venuta, partitasi Lisetta, ed essendo già fuori della chiesa uscita, e passando dinnanzi al Membruto, che l’attendeva, vide Dioneo, per l’apertura che fanno i gangheri, il Membruto mover le labbra e crollar il capo, non d’altra maniera che se egli voluto dir le avesse: io t’ho pure scoperta. Questo atto non solamente certificò Dioneo costui essere amante e possessor di Lisetta, ma sì gliela fece cader dell’animo che al tutto deliberò di lasciarla: recandosi a gran biasimo lei che di sì abbominevole amore vedeva accesa, e reputando gran vergogna di se stesso di aver sì vile e così mal nato rivale. Per la qual cosa molti giorni stette che in parte dove Lisetta fosse non volle andare. Ma