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solamente le mattine tutte in veder Lisetta consumava, ma di state essendo, la casa di lei, la quale sopra il canal maggiore era, apparata, quindi ogni sera nella sua barchetta tutto solo passando, lei, che ad una finestrella lavorando sedeva, cautamente guardava. Ora stando la cosa in questa guisa, tentò Dioneo di aprirle il disiderio suo, prima volendo egli stesso, avendo più volte avutone modo, in casa di lei e della sorella darle lettere, le quali avendo ella rifiutate, Dioneo, quasi disperandosene; per una femmina più volte le mandò a parlare; ma tutto era niente. Mostrava Lisetta di crucciarsi con colei che le parlava, cacciandosela con mal viso d’innanzi, e appresso mostrando per uno o due giorni d’esser adirata con Dioneo, il che egli, da vero credendo, quasi per sua iscusazione compose questa Canzone.
- Donna leggiadra e bella
- Che con le vostre luci m’accendeste
- Il dì, che la mia stella
- Mi condusse a veder l’altere, oneste
- Vostre bellezze; poiché la mia sorte
- M’ha fatto vostro, non mi date morte.