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prologo. 51

amare come sappiamo amar noi, non come amarono i nostri nonni. Vogliamo insomma essere del nostro tempo, e se il tempo non è bello, non lo abbiamo fatto noi e non ce ne abbiamo colpa.

Questa ribellione non si fa dunque per detronizzare l’ideale e ghigliottinarlo, ma per farne tutt’al più un re costituzionale che divida i suoi poteri, chiuda la Bastiglia e si lasci costringere a largire la Carta. Almeno, almeno, come gli spartani ed i siamesi, ammetta un collega agli onori del trono: il vero.

Ed ecco il Cavallotti che ci crede

        Carichi di saette pei pedanti,
    Di crani e feti e aborti d’ospedal,
    Di vermi per mangiar le proprie amanti,
    D’upupe per cantarne il funeral.