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prologo. 47

di castigatezza nella letteratura. A lui rispose il prof. Ferrari, facendo plauso ai sentimenti manifestati e affermandoli più altamente, come una protesta concorde e solenne contro le intemperanze d’una nuova scuola letteraria che si compiace del lezzo d’un verismo inverecondo.» ―

Sembra la parodia di uno squarcio di Tito Livio! Vedete di qui il giovanetto Annibale che giura odio eterno ai romani e sull’ara sta il cappello di paglia del Nume ed il gran sacerdote squassa orribilmente le famose bende candide, vestite con tanta disinvoltura dai coristi druidi della Norma. Lo studente Costa avrà certo avuto il premio in fine d’anno e certissimamente poi questa farsetta annuncia una seconda giovinezza di vis comica nell’autore della Bottega del cappellaio. Con un po’ di musica potevamo augurarci di assistere al natale del vaudeville in Italia; ma non si potè, perchè il municipio non concesse la banda e poi la tesi non la richiedeva. Peccato!