tragedie, idilli, romanzi storici ed inni sacri? Come è dunque che la gran morta, l’arte italiana, dà segni di nuova vitalità e non solo combattiamo noi, ma i seminaristi sconquassati dai superiori mi scrivono asinità anonime o pseudonime e dalle case di salute per le malattie che sapete, o dalle prigioni, mi vengono sonetti in difesa della morale? Come è dunque che bisogna essere alienati per non gridare eppur si muove! e il pubblico, il pubblico stesso, così indifferente una volta, prende gusto persino a queste inutili polemiche d’arte e legge i giornali fatti apposta, anche quelli (copio dal vero) che sostengono la letteratura plasmatrice dei popoli, che combattono i mirmilloni da trivio e da bordello ed il cinismo spudorato ed altre galanterie, segno della educazione degli scrittori?1
- ↑ « ... i titoli di sgualdrina e donna da bordello col resto, sono le solite villanie di monna pezzente, di monna sucida contro le ornate e splendide cittadine; fra le quali se alcuna è di mal costume, non è onesto però l’appiccare a tutte il sonaglio e gridar per le vie che la città è tutta un postribolo. E se questo modo di ragionare non fosse ancora ben chiaro, il faremo più manifesto dicendo: che in niun tempo penuria di cattivi scrittori non fu giammai; ma che quando entrasi a giudicare dei