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prologo. 9

all’Hegel, al Moleschott e chi più n’ha ne metta. Credi che i loro studi, comunque la pensi tu, siano un progresso del pensiero umano, ed hai ragione: ma lo credi perchè scrissero in prosa. Se dubitavano della esistenza di Dio in tante ottave, poveri a loro! Tu, buon Geremia, saresti ancora seduto sulle rovine dell’arte a piangere come la fonte del Tettuccio. Dubitare di Dio in prosa, passi. La scienza, l’umanità ed altre belle cose, ne hanno bisogno pel loro avvenire. Ma dubitarne in un sonetto! Sacrilegio, non è vero? Sei logico.

Ma se invece di esser logico tu fossi cattolico, credi pure alla Immacolata che il regno de’ cieli te lo sei meritato e presta un paio di occhiali a Luigi Alberti. Critico, una volta educato, ha però il brutto vizio di non leggere il titolo dei sonetti. Ne ha portato in giro uno de’ miei, quello che finisce:


Bevendo in fresco e bestemmiando Cristo,


come meritevole di un giudizio severo. Non dico di volere un bene sviscerato alla seconda persona della Santissima Trinità, ma il titolo faceva pur vedere che il sonetto era il canto