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prologo dell’editore. xv

L. 1,20, nelle ore d’ufficio e con tutte le formalità necessarie. Ricevuta la querela, chiederebbe al poeta:

― Bravo lei! E chi le ha falsificato il libro?

― Non lo so, signor cavaliere.

― Non lo sa? E allora perchè viene da me? Una querela si dà contro una persona, mi pare. Crede lei che io non abbia altro da fare? Cerchi il ladro, me lo denunzi e me lo venga a dire; se no, io non posso farle nulla. Stia bene e badi che la scala è buia. ―

Il Procuratore del Re farebbe il suo dovere e del resto il Tasso è sepolto sul Gianicolo e il duca Alfonso, si sa, era un tiranno e un poco di buono. Noi invece siamo i fortunati che viviamo in tempi di libertà e di giustizia: noi siamo i felici che vediamo scritto nelle