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164 nova polemica.


Io che pur soglio lacrimar di pièta
       de’ vati su le carte,
io ch’ho in petto il gentil cor de ’l poeta,
       16se me ne manca l’arte,

che piango insino gli scordati eroi
       d’Ilio combusto e domo,
io non ho senso di pietà per voi,
       20non ho viscere d’uomo.

Nè voi n’avete cui non basta a ’l gusto
       stracco la carne ignuda
per chi stentando il pane a frusto a frusto,
       24sangue, lacrime suda;

per chi senza speranza e senza amore
       vive ed invidia il cane,
per chi miniere a voi scavando, muore
       28senz’aria e senza pane.

Ridan le vostre donne a cui ne ’l petto
       de l’òr brucia la sete:
ridan beate che ne ’l vostro letto
       32coniaron le monete,