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prologo dell’editore. | vii |
alle denunzie dei derubati, si va lemme lemme a fargli un sequestro! E che sequestri! Io denunciai un libraio che vendeva pubblicamente contraffazioni di libri miei: la polizia accorse cum fustibus et lanternis, frugò, verbalizzò e sequestrò... imaginate?... sequestrò le edizioni mie e lasciò le contraffatte. Badate, non è una satira; è una verità sacrosanta e m’è accaduta due volte.
Del resto non è un segreto che le falsificazioni si compiono impunemente in una sola città d’Italia. Non è un segreto, od almeno è il segreto di Pulcinella. Peccato che l’autorità la quale avrebbe il dovere di tutelare i nostri diritti, subisca anch’essa la molle influenza del clima e dei costumi e lasci che una delle più nobili città d’Italia sia, tra noi editori, ricordata con spa-