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92 prologo.

Speriamo che il progresso dell’arte critica e la crescente produzione di avvocati senza cause, perfezioni questo metodo sempre vittorioso, tanto da applicarlo non solo al bello, ma a tutte le altre qualità dei corpi e delle loro forme. Speriamo di veder introdotto nella critica d’arte il verde assoluto, la sonorità ideale ed altre amene concezioni che mostreranno la fecondità del cervello umano nell’immaginare sciocchezze; fecondità non superata che dalla ingenuità di chi se la beve.

Benedetti avvocati! E pensare che sono laureato in legge anch’io!

E benedetti critici! Sono diventati tutti quaqueri! Si vede bene che se avessero le idee chiare e dovessero esprimerle chiaramente, descriverebbero l’ideale dell’arte a questo modo: Un grande prato magari nella classica valle di Tempe, pieno di letterati pecore e di critici mastini. Quando un agnello scapestra, ecco il mastino lo azzanna alle orecchie e lo riconduce entro i termini segnati dall’erma del Manzoni