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seguenti termini: “Uomo benefico, uomo illuminato che hai esaminati e conosciuti i sacri diritti dell’uomo, non ti sdegnar meco se ne prescindo, e se unicamente lo considero come parte della società contribuente alla di lei forza e ricchezza. No, non degrado l’uomo alla servil condizione di un mero fondo fruttifero: così potesse la mia voce annunziare con frutto gli augusti primitivi diritti di un essere intelligente e sensibile, che associandosi non può averlo fatto che per il miglior genere di vita; dritti altamente pubblicati da sublimi uomini che la potenza ha in odio, il volgo non conosce, e alcuni pochi deboli, sparsi e avvezzi alla meditazione onorano! Sappi che a stento raffreno, scrivendo, gl’impeti del cuore; ma la fredda ragione mi suggerisce di promovere il bene degli uomini non col linguaggio del sentimento, ma coll’analisi tranquilla delle cose, e illuminando chi può far il bene, mostrare la coincidenza degl’interessi comuni. Rispettiamo la elevazione del genio, e la calda virtù di chi posto in privata condizione si erge a tuonare sull’abuso della forza, e vorrebbe far arrossire gli uomini in carica de’ loro vizj e de’ loro errori. Se perciò l’umanità venisse sollevata dai mali, la virtù ci additerebbe quel sentiero; ma la misera condizione degli uomini è tale, che più si ottiene ge-