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tante vicende, dee riconoscere in Verri il primo suo Storico che sia degno di tal nome. Il primo
gonisti, quale è detto dall’autore dell’Elogio, mentre la contesa astronomica è sostenuta dallo stesso Frisi, che per lo meno potea loro star del pari; e che nel difendere l’amico, il Verri produsse non l’autorità di lui, ma le sue ragioni. All’opposto, è fuori di contestazione che ad una critica confidenziale fecero gli Astronomi una risposta pubblica; che non è fondato nel vero di non aver essi in questa oltrepassati i confini dell’urbanità della moderazione, benchè siano scusabili di averlo detto i contendenti e il loro encomiatore; che nauseosa è la scusa allegata dall’Oriani, e da lui certamente appresa alla scuola gesuitica, con cui intende di esimersi dalla riverenza doluta dallo scuolare verso il maestro, dicendo ch’egli dal Frisi non ha imparato l’astronomia; e che, in qualunque supposizione, lo stesso Oriani ha fatto prova che non si era ancora spogliato da quella rozza petulanza che contraggono generalmente i giovani chierici dall’educazione de’ Seminarj, scrivendo all’autore della lunga Lettera nel modo più famigliare, come scorgesi dal principio della sua risposta: Lodo assaissimo il vostro buon cuore, e terminando colle parole: sempre pronto ad abbracciarvi di cuore. — Nel qual modo, osserva scherzosamente il conte Verri, ognuno ammirerà la cordialità del sig. Abate verso un incognito (Osservazioni, ec, pag. 66).
Del merito della questione astronomica mi sbrigherò in pochi cenni; e per non meritarmi a miglior ragione le derisioni del professore panegirista, mi sarà scorta la Lettera del chiaro matematico, il P. Jacquier, la quale se fosse stata da lui conosciuta, ne avrebbe egli preso norma per pronunziare un giudizio più retto ed imparziale.
“Si ha torto senza fallo, o signore (dice questo giudice competente), a farvi un delitto dell’aver notato alcuni errori geografici nelle Effemeridi. Questi errori mi sembrano ben provati nelle ultime Osservazioni sulle tre Lettere astronomiche, osservazioni con solidità scritte e con uguale amicizia. Ma gli au-