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lenne testimonianza dell’utilità de’ suoi suggerimenti.

Non meno applaudita è stata l’altr’opera che successe alle Meditazioni, cioè il Discorso sull’indole del piacere e del dolore. L’autore vi stabilisce la teoria, che il piacere consiste nella cessazione del dolore, teoria che egli seppe ornare con tutta la magia dello stile e i magnifici colori dell’immaginazione, benchè forse non sia applicabile con eguale esattezza alla generalità delle umane sensazioni. Egli deduce per corollario della sua teoria che “il prodigioso avvenimento de’ quattro illustri secoli di Alessandro, d’Augusto, dei Medici e di Luigi XIV, che fu un mistero, cessa di esserlo tosto che si conosca essere spuntati que’ secoli dai dolori e da così turbolenti governi, che gli uomini ricevettero le massime spinte per agire„1. Qualora questo corollario sia vero, si potrebbe con certezza profetizzare a quasi tutta l’Europa, e specialmente alla nostra Italia, un secolo floridissimo.

Ma se senza limiti era lo zelo di Verri per ben sistemare l’amministrazione economica dello Stato, nel tempo stesso che promoveva co’ propj scritti la propagazione delle utili dottrine, non era meno

  1. Prefazione ai Discorsi, dell’edizione di Milano, presso Marelli, 1781, pag. 8.