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tiplici occupazioni, cui sembra che appena possa bastare un uomo solo, avesse Verri a trovar agio per occuparsi ancora de’ favoriti suoi studj? Eppure fu in quel tempo che egli si produsse di nuovo in pubblico come scrittore di economia e come metafisico, stampando nel 1771 le Meditazioni sull’economia politica, e nel 1773 il Discorso sull’indole del piacere e del dolore.

Le Meditazioni sono state accolte con singolare applauso. In due anni furono ristampate sei volte in Italia, e di nuovo nel 1773 a Losanna tradotte in francese, e a Dresda in tedesco nel 1774. Quest’opera può essere considerata il deposito de’ principi che egli ha seguiti come Magistrato, e il risultato della sua esperienza. Del metodo che tenne nello scriverla c’informa egli stesso nella Prefasione alla nuova edizione che ne fece eseguire nel 1781, unitamente ad altri suoi Discorsi1.

“L’Economia Politica (dic’egli) è la materia più vasta de’ delirj di chiunque, e una specie di medicina empirica che serve di argomento ai discorsi e agli scritti anche più inetti, e potrebbe essere la facoltà di chi volesse insegnare senza possedere facoltà alcuna. In questo campo io pure sono entrato, ma il metodo tenuto da me non è simile a

  1. Milano, presso Giuseppe Marelli, della Prefaz. pag. ult.