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e 1769, anche dopo ricompensata con congrui appuntamenti l’opera di essi come rappresentanti la Ferma, non potrebbe a meno di parere ai Sovrani esorbitante, e dovrei temere che non rivoltasse l’animo loro la riflessione che in fine de’ conti questo danaro è cavato dalle sostanze de’ loro sudditi, e che S. M. l’Imperatore non avea torto a dire che i Fermieri succhiavano il sangue de Milanesi e Mantovani. Dal confronto poi degli utili degli stessi fermieri colle entrate pubbliche dello Stato ne avrebbero le MM. LL. fatta la conclusione, che dopo diffalcate le spese che incumbono all’erario per l’amministrazione della provincia, il Sovrano ritrae da questa molto meno dei fermieri: comparazione veramente odiosa, e che darebbe da pensar molto su questo articolo„.
La nuova amministrazione delle finanze venne formata sulla traccia di quella che con prospera successo già trovavasi in attività nei Paesi-Bassi Austriaci, e quindi distinta in tre parti: I. Amministrazione generale; II. Controlleria della detta Amministrazione; III. Riforma e legislazione. Fu delegata la prima al Magistrato Camerale, la seconda ad una Camera de’ conti, la terza ad una Giunta governativa. Contro il solito delle riforme, è stata questa eseguita con tanto spirito d’imparzialità, che uno de’ fermieri, il conte Antonio