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l’attività indefessa dimostrate da Verri in tutte le operazioni della Giunta, gli ottennero che fosse dalla Corte onorevolmente prescelto a rappresentare il terzo per S. M. nella Ferma stessa, e contemporaneamente promosso al rango di Consigliere nel Supremo Consiglio di Economia1.

L’inerzia de’ precedenti governi li aveva talmente allontanati da ogni cura della pubblica amministrazione, che l’esercizio delle finanze si coperse d’impenetrabile mistero; ed il Sovrano, che pur vedeva i miseri suoi popoli spremuti incessantemente dagli inesorabili fermieri, era nell’impotenza di provvedervi, mancando, di mezzi e di lumi onde far amministrare direttamente le proprie rendite. Fu un tratto della più sublime sapienza l’istituzione della Ferma mista. Per tal modo il rappresentante del principe ha potuto conoscere l’entità delle pubbliche rendite, il sistema de’ fermieri e gl’immensi loro profitti. Verri giustamente animato da una destinazione di tanta confidenza, vi si adoperò con tal zelo, che giunse a superare la stessa aspettazione della Corte, sicchè questa fu in grado di anticipare di cinque anni il compimento dell’ideata riforma, col decretare nel 1770 la cessazione della Ferma delle finanze, sostituendole un’amministrazione economica.

  1. Diploma del 17 dicembre 1765.