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luppo, Verri fu quello che si prestò a questo ufficio; e già si è altrove notato1 che alla sua benemerita importunità dee il pubblico l’immortale opera dei Delitti e delle Pene e l’autore di essa la giusta celebrità che glien’è risultata2.

Un tanto zelo dovea essere illimitato nella sua espansione. Quindi Pietro Verri e Beccaria divennero il centro di un’unione di illustri giovani egualmente studiosi ed animati da non minor fervore per la prosperità della loro patria. Essi radunavansi nelle stanze di Verri, e si resero in seguito famosi sotto il nome di Società del Caffè, dal titolo di un foglio periodico di letteratura e di scienze che pubblicarono per due anni sul modello dello Spettatore Inglese, cui però sorpas-

  1. Veggansi nella Raccolta degli Economisti Italiani le Notizie di Cesare Beccaria. Parte Moderna, tomo XI, pag. 3 e 4.
  2. Le indicazioni qui riferite si conformavano alle informazioni che io era riuscito a procurarmi allorchè scrissi da prima queste Notizie. Però più circostanziati dettagli e moltiplici documenti, da me avuti in seguito, se per una parte mi accertarono della primitiva intimità tra Beccaria e Pietro Verri fin dopo la pubblicazione del libro de’ Delitti e delle Pene, mi convinsero altresì che il calore di quell’amicizia si tramutò più che in indifferenza dopo l’affrettato ritorno di Beccaria dal viaggio di Parigi, da lui intrapreso in società col cav. Alessandro Verri nell’autunno dell’anno 1766.