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in quelli ne ravvisassero le cause, perchè vi si erano abituati fin dalla nascita, fu lo scopo cui Verri diresse la maggior contenzione de’ suoi studj. Non omise fatica onde, colla scorta della storia e spogliando i farraginosi documenti delle diverse amministrazioni, svolgere le vere cause che avevano potuto ridurre a tanto squallore un paese sì fertile, e altre volte sì ricco e potente. Frutto di queste faticose ricerche fu quella selva di squisita erudizione, la quale dopo di averne egli usato in tante sue opere per più di trent’anni successivi, era ancor lungi dall’essere esausta.
Per comunicare l’espansione di questo suo zelo, trovò egli un compagno degno di lui e non men caldo di amor patrio, nella persona del marchese Cesare Beccaria. La costanza e la sincerità della loro amicizia fu ammirabile. Avidi entrambi di gloria senza rivalità, reciprocamente confidenti senza arroganza, appassionati per gli studj utili senza presunzione, percorsero la stessa carriera di studj e di cariche, e si mantennero amici fino alla morte. Nè solo sinceramente si compiacevano de’ loro vicendevoli progressi; ma come il genio profondissimo di Beccaria quasi compresso dallo stato d’indolenza cui era portato dalla sua fisica costituzione, aveva bisogno per esercitarsi di chi al pari di un ostetricante ne sollecitasse lo svi-