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accompagnato dal luogotenente addetto al mio stato-maggiore nobile Mazzoleni, mentre inviai con la brigata Aosta il capitano de’ Vecchi. La manifestazione dei desiderii del Re aveva diffuso in tutti nuovo ardore: ed ognuno anelava di determinare con il successo una giornata aspra per le fatiche e le perdite sofferte.

L’artiglieria preparò l’attacco. Le colonne si mossero. Un temporale furioso di vento, tuoni e scrosci di pioggia rendeva difficile conservare la direzione dei varii battaglioni e l’unità dell’azione. Questa volta il nemico lasciò portarsi assai da vicino le nostre colonne prima di aprire il suo fuoco, che fu al solito vivissimo e micidiale, stante l’eccellente sua posizione coperta, e le difficoltà del terreno che i nostri avevano da superare. L’attacco non riuscì a fondo: però le nostre truppe giunsero ad impossessarsi di varie case e metà delle coste; vi si stabilirono fortemente, come pure dietro i filari di alberi ed i fossi che intersecano i prati onde il terreno è colà composto. Vi furono subito condotte ed installate la 6.ª, la 15.ª e la 5.ª batteria, le quali tirando a furia sui caseggiati e giardini di S. Martino a non più di 400 metri di distanza, estinsero completamente il fuoco dell’artiglieria nemica, e resero sensibile una diminuzione nella forza