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bra di una medesima famiglia. La Venezia rimane, è vero, sotto lo scettro dell’Austria, ma sarà una provincia italiana che formerà parte della Confederazione.

La riunione della Lombardia al Piemonte ci crea, da questa parte delle Alpi, un potente alleato che ci sarà debitore della sua indipendenza. I governi rimasti fuori del movimento, o rintegrati nei loro dominii, comprenderanno la necessità di salutari riforme. Un’amnistia generale farà scomparire le tracce delle civili discordie. L’Italia, signora omai delle sue sorti, non avra più che a incolpare se medesima, se non avanza gradatamente nell’ordine e nella libertà. Voi tornerete fra breve in Francia; la patria riconoscente accoglierà con giubbilo quei soldati che levarono sì alto la gloria delle nostre armi a Montebello a Palestro, a Turbigo, a Magenta, a Melegnano, a Solferino; che in due mesi hanno affrancato Piemonte e Lombardia e non hanno fatto sosta, se non perchè la lotta stava per pigliare proporzioni, le quali non corrispondevano più agli interessi che la Francia aveva in questa guerra formidabile.

Andate dunque superbi dei vostri lieti successi, superbi dei resultati ottenuti, superbi di essere i figli prediletti di quella Francia che sarà sempre la gran nazione, finchè avrà