volentieri avrebbe fatto ciò che ella voleva e che di buona voglia porterebbe seco la Sacratissima Cintola; ed allora ella gli diede e gli donò, in una canestrina di giunchi marini, la Cintola di Nostra Donna, e quando poi gli parve il tempo opportuno, con la sua sposa Maria s’incamminò ora per terra ed ora per mare in Italia, e quindi si condusse a Prato sua dilettissima patria e ciò avvenne alla metà di agosto dell’anno 1141. — In questo tempo come per qualche secolo dopo i pratesi godevano la loro nativa libertà e governavansi a forma di Repubblica come si faceva allora da altre città e terre della Toscana e questa libertà la godevano i pratesi perchè Prato fu edificato in luogo libero comprato a quest’effetto col danaro comune di quelle genti, che con ampia popolazione che già abitava nel vicino Monte Chiavello, e ciò fecero per sottrarsi dalle insopportabili continue molestie dei conti Guidi, e d’altri signori confinanti, come ne parlano anche gli storici toscani. — E nel medesimo anno ancora, 1141, in cui Michele ritornò