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inauditi tormenti. Ma cessiamo da questa troppo lunga enumerazione di ferocie e brutalità, e concludiamo colla testimonianza di storici contemporanei: fra questi il Giovio lasciò scritto, che «nel sacco di Prato la crudeltà degli Spagnuoli avanzò quella dei tedeschi e dei Francesi al sacco di Brescia» e il Bonaccorsi lo chiama «cosa veramente orrenda e delle più crudeli che da molti tempi in qua sia seguita in paese alcuno del mondo di cui si abbia notizia.»

Che fosse questo per fermo un colpo a mezza vita per Prato facile e il comprenderlo, e lo comprova la popolazione, che ascendendo prima di quell’infortunio a dodici mila abitanti, dopo di esso diminuì della metà e andò anche dipoi scemando; lo conferma la miseria che durò poi tanti anni, e la perdita dei beni immobili che ai Pratesi fu forza vendere per pagar le taglie, e che non hanno mai potuto racquistare.