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breviare l’eccidio; ed inorridito e tremante corse a Firenze dove ne seppe il miserando compimento.»

Ventidue giorni si trattennero quelle masnade in Prato, e altrettanti può dirsi che durassero il saccheggio e la strage; perocchè dopo aver ucciso cinquemila seicento persone, rubato quanto vi avea di valore; quelli che dei miseri Pratesi sopravvissero furon fatti prigioni e poste sopra loro taglie inaudite (che in tutte ascesero a sessantamila ducati), e finchè queste non furon pagate, gli Spagnuoli fecer loro subire strazi e supplizi orrendi. Bastino per saggio quelli narrati da un cittadino che potea ben dire: Onorum pars magna fui. «Gli Spagnuoli vedendo che mio padre non venia colla taglia, ci messere legati ad un bastone per la gola, per le mani e per li piedi, e quivi stetti finchè si partiron da Prato.» Ad alcuni avvenne che dopo pagata la taglia, furon ripresi prigioni; e quando le masnade partirono, seco ne portaron via cinquecento, a cui trascinandoli per varie città d’Italia e per più mesi, fecer soffrire