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masnade si diedero al saccheggio che il vicerè aveva loro promesso prima di condurle all’assalto. Le sostanze dovevano esser molte in Prato, chi consideri lo stato di floridezza della nostra Terra a que’ giorni, e le raccolte e gli averi recati dai molti che vi si erano rifuggiti dalle vicine e lontane campagne. Si rifecero dalle chiese e monasteri, poi vennero alle case dei facoltosi e benestanti, ed è da credere, secondo le parole del Modesti, «che non rimase cosa preziosa nè sopra terra, nè sotto terra, d’oro d’argento o simile che non fosse manifestata e da loro tolta.»

Il valore delle robe perdute ascese a dugentomila ducati. Tra per l’istinto di ferocia che era in quella gente, e per la smania di estorcer confessioni di beni nascosti, inauditi furono i tormenti che diedero ai cittadini; e sebbene ne sien pieni i racconti contemporanei, l’animo rifugge dal riferirli parte a parte. Quali ne appiccarono al palco pe’ capelli, quali ne abbrostolirono o ne cossero nelle caldaie; ne batteron con verghe fino a farli morire, ne involsero in istoppa e vi poser