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ove ai più era esosa la loro signoria, agognavano di tornarvi: e l'avean tentato più volte e in più guise, ma la repubblica erasi tenuta sempre sul niego, per mode rate che fossero le condizioni che proponevano. A Giuliano e al Cardinal Giovanni de'Medici (chè Piero già era morto) parve venuto il tempo di rientrare in casa, e patteggiarono con Raimondo da Cardona, vicerè di Napoli e capitano dell'esercito spagnuolo, che, se fossero rimessi in Firenze, pagherebbero essi la multa.
Fatto l'accordo, il viceré col Cardinale de'Medici in qualità di Legato di Giulio II, si moveva Ai Bologna, donde tolte alcune artiglierie € aggiunta al suo esercito la gente delle compagnie di Ramazzotto e dei Pepoli, scendeva a Barberino. Contuttociò il Cardona non conduceva seco gran forza di milizie: dugento uomini d'arme, cinquemila fanti e solo due cannoni. Tutto portava a credere che la spedizione fosse diretta immediatamente contro Firenze: ma o che credendola ben guarnita il viceré giudicasse poca la sua