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che due giorni durò e fece ventimila cadaveri: dei saccheggi, i tre che furon dati nel corso di quindici anni, a Brescia dai Francesi, a Prato dagli Spagnuoli, a Roma dai Tedeschi e Spagnuoli. Ma è vero altresì che siffatte atrocità non vennero da Italiani contro Italiani, sì bene da stranieri. Che se, quanto al sacco di Prato, si volesse dire che la tradizione locale lo ha chiamato il sacco dei Papalini, noi affermiamo, non esservi storico del tempo o posteriore, che non dica spagnuolo l’esercito, e l’eccidio non attribuisca agli Spagnuoli: mentre la presenza del Legato del Papa e alcune bande pontificie, le quali si erano unite all’esercito che veniva contro Firenze, rendono bastante ragione di questo errore popolare. Del resto per giudicare, se Italiani o Spagnuoli fossero tali da commetter le enormezze che in Prato vennero commesse, basti richiamare a mente quella con cui i secondi si erano infamati nell’America scoperta di recente. Perchè poi cotanta calamità toccasse alla nostra città (che in guerre rilevanti per