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vano. In questo mentre cresceva sempre più il tumulto, ed il rumore del popolo, di modo che, donne, uomini, e vecchi e giovani si erano riuniti intorno alla Chiesa Collegiata gridando forte contro il ladro; muoia, muoia, al fuoco al fuoco. — Inoltre volevano sapere se era stata ritrovata la Reliquia: anco gli ecclesiastici della chiesa di Prato fieramente minacciavano per cui fu giudicato bene, per frenare il tumulto e le grida o strida, di mostrare a quel popolo giustamente infuriato la sacrosanta Cintola. — Tutta la gente assicurata da quella dimostrazione che non si era perduta la nostra Reliquia; prese di nuovo con grandissima sollevazione d’ira e disdegno, a chiedere contro il sacrilega Musciattino vendetta e rigorosa giustizia.

Frattanto il Potestà coll’assistenza dei Ministri del suo tribunale, sentenziò ad una fiera sì ma meritata morte. Musciattino il quale esaminato prima giudiciariamente, confessò di nuovo il suo delitto e si chiamò reo per aver rubato la Cintola di Maria Vergine. Esso fu condannato ad