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locati con ottimo magisterio d’arte in gruppo piramidale. Così è uso farsi da’ valenti pittori, affinchè le figure tutte del quadro rilevate e spontanee si presentino all’occhio del riguardante, che non debbe al certo qua e colà andarle con fatica ricercando. Son presenti a questa scena due ninfe Oreadi, le quali quasi fuor dell’azione, co’ loro carissimi visetti prendono gran piacere a riguardare quella matta orgia. Alcuni leggiadri puttini, a cui daresti un bacio, si trastullano con una capra, che sembra soffrire di buona voglia la noja che le danno que’ cattivelli. Il Sileno è rappresentato come c elo descrisse la ridente fantasia de’ poeti, dal grosso corpo, danon digradarne quello d’un bue, colle membra lasse e spenzolate come a chi abbia cioncato molto vino, con un volto esprimente insipida contentezza ed animo scevro affato di cure. Sorride a quella turba di satiri, che ancor essa avvinazzata, traballa in mille guise non mai esagerate, ma sempre vere e naturali. Tale spettacolo avvine in aperta campagna, ove con diletto ancor si guarda quel fuggir lontano di prospettiva aerea. Che dire poi dell’arie delle teste, in cui l’artista fa pruova solenna di vigoroso ingegno nel tradurvi le varie affezioni dell’animo? Esse hanno tanta movenza, e spirito tanto, che ti pare udire le incomposte grida di que’ forsennati. E qui parlandosi di teste, non vuolsi tacere che il Grue nelle sue moltissime opere non soffrì giammai che l’una somiglievole fosse all’altra; e mi ricordo d’aver letto di quell’immenso in-